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Dal bianco al nero: l’emozione finale della vendemmia

  • Immagine del redattore: Anastasia Centofanti
    Anastasia Centofanti
  • 3 ott
  • Tempo di lettura: 1 min

Eccoci al momento più atteso: il passaggio dall’uva bianca all’uva nera.

Quando si vendemmiano i primi grappoli scuri, ogni contadino sorride: significa che la vendemmia sta entrando nelle sue fasi finali.


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I grappoli neri si fanno notare subito tra le foglie, più evidenti dei bianchi. Ma serve comunque attenzione: i guanti vanno tenuti intatti e le forbici maneggiate con cura, perché basta un attimo: le forbici tagliano i guanti e le mani si tingono di nero… un colore che resta per giorni, ricordo indelebile di fatica e gioia.

I più temerari (come Jacopo in foto) scelgono di vendemmiare senza guanti, portandosi addosso per giorni le macchie del lavoro in vigna, quasi come una medaglia… spirito ribelle o semplice pigrizia, chi può dirlo?


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E poi la magia: ogni acino promette corpo, intensità e aromi profondi.

Qui a Palazzo Centofanti, chiudiamo la vendemmia con il nostro amato Montepulciano d’Abruzzo, figlio del sole, della terra e della tradizione abruzzese.




La vendemmia del nero è un’esplosione di energia: l’aria profuma di terra e mosto, i secchi si riempiono di colore… e noi siamo felici di avvicinarci, giorno dopo giorno, alla fine della vendemmia (tempo permettendo).


Ogni secchio colmo è un passo in più verso il traguardo.

 
 
 

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