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Top 10 frasi da vendemmia (che solo chi c’è stato capisce davvero)

  • Immagine del redattore: Anastasia Centofanti
    Anastasia Centofanti
  • 15 set
  • Tempo di lettura: 3 min

La vendemmia non è soltanto fatica, grappoli e cassette che si riempiono. È un rito corale, fatto di voci che si rincorrono tra i filari, battute che tornano anno dopo anno e piccole regole non scritte che conosce solo chi ha passato almeno una giornata con le forbici in mano.


Se chiudi gli occhi e immagini un vigneto in fermento, ecco le frasi che quasi sicuramente sentirai.


1. «Quante file prendiamo?»

La frase-mantra della vendemmia, che torna più volte nell’arco della giornata. Non si raccoglie a caso, ma fila per fila: ognuno la sua, oppure in coppia se si è più numerosi. Finite quelle, si riparte con nuove assegnazioni.


2. «Chi ha le mie forbici?»

Le forbici sono un’estensione della mano, e ognuno ha il suo paio del cuore. Guai a confonderle o, peggio, usarle senza permesso: regola non scritta ma universalmente riconosciuta.


3. «Aaaahhh il succo negli occhi!!!»

Un grande classico. Non è l’acino che si stacca, è la forbice che lo taglia di netto. E per qualche legge fisica sconosciuta, gli schizzi non cadono mai a terra: finiscono sempre dritti negli occhi.


4. «Tu cogli vicino al trattore»

Un ruolo quasi nobiliare, riservato ai più esili. Pochi passi da fare per scaricare l’uva nel rimorchio del trattore, e la soddisfazione di riempire e scaricare le cassette più velocemente. In certe squadre questo posto ha persino un nome: da noi è il “ruolo onorario di Anastasia”.


5. «Chi vuole l’acqua?»

Domanda retorica: nessuno ha mai detto di no. La bottiglia passa di mano in mano e riempie velocemente i bicchieri, una, due o tre volte. Diventa un brindisi anticipato al vino che verrà.


6. «Quanto ha fatto?»

Il momento del verdetto. In cantina si misurano quintali e gradi zuccherini, ma prima delle analisi scatta il gioco delle previsioni:

– «Per me 18 gradi e 24 quintali!»

– «Nooo, secondo me 17 e 21 quintali!»

Una sfida che alleggerisce la fatica e tiene tutti col sorriso.



7. «Quanto manca alla pausa?»

La domanda che aleggia a metà mattina. Tra grappoli e secchi, c’è sempre qualcuno che guarda l’orologio e sogna panini, focaccia o dolci fatti in casa. La pausa diventa il momento più atteso… subito dopo la fine della giornata.


8. «Ancora due secchi a testa e andiamo a casa»

È la frase che illumina il tramonto nei filari: l’ultimo sprint prima del meritato riposo. Le mani pesano, le gambe pure, ma la promessa di chiudere con “ancora due secchi” diventa una spinta corale. E intanto il sole, scivolando verso sera, rende l’uva ancora più dorata.


9. «Non lasciare grappoli!»

Un richiamo che suona come un avvertimento scherzoso, ma serissimo: l’uva è preziosa, e ogni grappolo conta. Capita soprattutto con i bianchi, che si mimetizzano perfettamente tra le foglie. Ma c’è sempre qualcuno dall’occhio allenato pronto a stanare l’invisibile e ricordarti che qui… non si lascia indietro nessuno.


10. «Mi racconti qualcosa?»

Quando la stanchezza prende il sopravvento, i filari diventano teatro di confidenze. Per far passare più in fretta le ore si tirano fuori ricordi d’infanzia, aneddoti buffi, episodi imbarazzanti che riemergono come grappoli nascosti nel verde del punto precedente. È così che la vendemmia si trasforma in un mosaico di storie condivise, dove lavoro e racconto si intrecciano.



La vendemmia è tutto questo: lavoro e festa, sudore e risate, grappoli che brillano al sole e forbici che spariscono misteriosamente.

E ricordate: se non vi siete mai beccati gli schizzi di un acino negli occhi, non avete mai vendemmiato davvero.










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