Etichetta Rossa, Montepulciano d’Abruzzo DOC 2019 di Palazzo Centofanti
- Anastasia Centofanti
- 26 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 5 lug
Dal suolo alla bottiglia: un rosso che racconta il nostro modo di fare vino
Il territorio e il suolo: l’equilibrio sotto i piedi
Il Montepulciano d’Abruzzo 2019 etichetta rossa di Palazzo Centofanti nasce a Giuliano Teatino, nel cuore collinare della provincia di Chieti. I vigneti dedicati a questa etichetta si trovano nella parte alta della nostra azienda, a circa 200 metri di altitudine: una zona ben esposta, arieggiata, che regala all’uva maturazioni più lente e profumi più intensi.
Qui il terreno è a medio impasto con presenza di scheletro: in pratica, un mix equilibrato tra parti più morbide (come argilla e limo) e una parte più grossolana e sassosa.
Questo tipo di suolo drena bene l’acqua in eccesso e spinge la vite a mandare le radici in profondità. Così la pianta diventa più forte e autonoma, e l’uva che produce è più ricca di gusto, più concentrata e naturalmente equilibrata.
L’altitudine, poi, fa la sua parte: di giorno le uve si scaldano e maturano zuccheri e aromi, ma di notte l’aria si rinfresca. Questo sbalzo termico tra giorno e notte è fondamentale per conservare freschezza e vivacità nel frutto.

Un vitigno in purezza, vendemmiato quando tutto è pronto
Utilizziamo esclusivamente uve Montepulciano d’Abruzzo raccolte a mano nella seconda metà di ottobre. Aspettiamo la maturazione fenolica: non solo quella zuccherina, ma anche quella legata al colore, agli aromi e alla qualità dei tannini.
In parole semplici: raccogliamo quando ogni parte dell’uva è pronta per esprimere il suo massimo. Non basta che sia dolce: serve che il colore sia intenso, che i profumi siano vivi e che il gusto sia completo. È un po’ come cogliere un frutto al momento perfetto: né troppo acerbo, né troppo maturo.
In cantina: precisione e delicatezza
Dopo la raccolta, l’uva viene vinificata in rosso, con una lunga macerazione delle bucce in acciaio a temperatura controllata. Questo passaggio serve a estrarre colore, struttura e profumi, ma in modo bilanciato.
Spiegato più chiaramente: è come fare un’infusione lunga, come con una tisana. Se lasci le bucce dell’uva in contatto con il mosto per il giusto tempo, a temperatura controllata, si estraggono profumi, colore e gusto in modo armonioso. Il vino diventa più ricco, ma senza mai esagerare.

Affinamento in legno: un tocco, non un travestimento
Una volta fermentato, il vino fa un breve passaggio in barrique di rovere francese di secondo passaggio. Questo significa che il legno è stato già utilizzato una volta, e non rilascia più profumi invadenti o dominanti.
In pratica: il legno qui serve a rendere il vino più rotondo e armonico, non a coprirne l’identità. Lascia spazio all’uva, aiutandola a esprimersi con più profondità e stabilità nel tempo, senza appesantirla.
Nel bicchiere: struttura e profumo, in equilibrio
Oggi, dopo qualche anno in bottiglia, il nostro Montepulciano d’Abruzzo 2019 si presenta con un rosso rubino intenso. Al naso arrivano profumi ricchi di frutta matura – come ciliegia e prugna – insieme a note speziate e leggere sfumature balsamiche. In bocca è pieno, avvolgente, ma ben bilanciato: i tannini sono presenti ma morbidi, e il gusto resta a lungo.







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