Annibale, il vino d’Abruzzo e la leggenda degli elefanti assetati
- Anastasia Centofanti
- 5 ago
- Tempo di lettura: 2 min
C’erano una volta… un esercito, degli elefanti… e un vino.
No, non è l’inizio di una favola. È una storia che circola da secoli, tra i vigneti d'Abruzzo.
Una leggenda che parla di vino, forza, e di un certo condottiero dal nome epico: Annibale.

Chi era Annibale?
Annibale Barca era il generale cartaginese che fece tremare Roma.
È passato alla storia per aver attraversato le Alpi con il suo esercito e con gli elefanti durante la Seconda Guerra Punica, nel III secolo a.C.
Le Guerre Puniche furono una serie di conflitti tra Roma e Cartagine, due potenze emergenti nel Mediterraneo, che decisero il futuro del dominio su queste terre.
La seconda, in particolare, è famosa per le strategie brillanti di Annibale e per la sua incredibile traversata alpina, considerata una delle imprese militari più audaci della storia.
Un’impresa che ancora oggi ci sembra incredibile.
Ma pochi sanno che, durante quella lunga marcia, Annibale arrivò anche in Abruzzo.
Una sosta… leggendaria
Secondo la tradizione locale, il generale si fermò proprio sulle nostre colline.
Si dice che qui scoprì un vino forte, scuro e generoso, perfetto per rimettere in sesto uomini e animali. Probabilmente un antenato del Montepulciano d’Abruzzo.
Lo usò in tanti modi: per lavare le ferite dei cavalli, ridare energia ai soldati e, udite udite, persino per dissetare gli elefanti, rendendoli più combattivi in battaglia.

Un sorso di storia
A raccontarlo è lo storico greco Polibio, che parla del passaggio di Annibale nei territori dei Pretuzi, l’antico nome della zona tra Teramo e Chieti.
Un luogo dove il vino si faceva già da tempo.
E oggi?
Non sappiamo se gli elefanti brindarono davvero.
Ma ogni volta che versiamo un bicchiere di vino abruzzese, ci piace pensare che questa terra abbia sempre avuto il dono di dare forza.
Una forza discreta, sincera.
Magari senza far rumore, ma con amore.
Commentaires