Il vino raccontato dalla vigna: esperienze e verità di Palazzo Centofanti
- Anastasia Centofanti
- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Ci sono cose che l’enologia non ti dice. Le impari camminando tra i filari, con le mani nella terra e il naso tra i profumi del mosto. Qui a Giuliano Teatino, nella nostra piccola azienda di famiglia Palazzo Centofanti, lavorando ogni giorno in vigna, abbiamo raccolto qualche piccola verità sul vino.
Di quelle che sorprendono chi ci viene a trovare, e che spesso fanno sorridere anche noi.
Te le raccontiamo.
1- Il vino nasce prima dell’uva
Sembra strano, ma è così. Il carattere del vino non si forma solo durante la vendemmia o nella vinificazione, ma molto prima: nel terreno, o come diciamo in gergo tecnico il terroir, nel modo in cui si coltiva, nella cura silenziosa di ogni giorno.
Ogni scelta si riflette nel bicchiere.

2- Ogni annata è figlia sua, e si vede
Puoi coltivare lo stesso vitigno, sulla stessa collina, nello stesso modo… e avere due vini completamente diversi. Perché ogni stagione ha il suo umore: un anno piove troppo, l’altro non piove per niente, poi arriva settembre con le sue sorprese.
Ogni vendemmia è come un nuovo inizio, e il bello è proprio quello.
3- L’uva va capita, non comandata
Ogni varietà ha il suo tempo. Capire quando raccogliere è uno dei momenti più delicati di tutto il lavoro.
Se vendemmi troppo presto, ti mancherà rotondità. Se aspetti troppo, perdi freschezza. Ogni anno è un piccolo gioco di nervi tra noi e la vigna.

4- Il vino cambia idea nel tempo
Non è solo una metafora: il vino cambia davvero. Anche in bottiglia: vive e si trasforma. Magari oggi è timido, tra un anno è socievole. A volte apre la serata, a volte la chiude in bellezza. Una bottiglia non è mai uguale a sé stessa.
Per noi di Palazzo Centofanti fare vino è questo: ascoltare, aspettare, fidarsi. Le curiosità più belle non sono scritte sui libri, ma succedono tra una potatura e un brindisi improvvisato. Se passi per Giuliano Teatino, magari te ne raccontiamo qualcuna dal vivo.
Con un calice in mano, ovviamente.
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